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Entra Creúsa riccamente vestita, e si appressa lentamente al tempio. Il suo aspetto è triste. Ione la guarda con interesse, e le rivolge la parola.

ione

È, la tua, generosa indole; è prova
dei tuoi costumi il tuo contegno, o donna,
quale tu sia: la nobiltà d’un uomo
già dall’aspetto per lo piú si giudica.
Creúsa fissa Ione, si nasconde il viso e piange.

Ahimè!
Tu mi colpisci di stupore, quando
il tuo viso hai celato, e la tua nobile
gota di pianto hai resa molle, come
le sacre sedi dell’Ambiguo hai viste.
Perché piombare in tanta ambascia, o donna?
Dove s’allegran gli altri, appena vedono
del Nume il santuario, ivi tu lagrimi?

creusa

Del mio pianto stupire, ospite, segno
di stoltezza non è. Questo vedendo