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movete, di caste rugiade
spruzzatevi, e al tempio tornate.
E la bocca ad augurî di bene
custodite, e scoprite, a chi vuole
consultarli, i felici responsi
dalle labbra di Giove. Io, frattanto,
all’opera intento
a cui sin da pargolo intesi,
sacre bende e rametti d’alloro
adopero, a fare che puro
sia l’atrio del tempio di Febo,
e molle per umidi spruzzi
la soglia; e le schiere d’aligeri
che recano danno alle statue
votive, fuggiasche disperdo
con queste mie frecce:
ch’io, privo di padre e di madre,
il tempio di Febo
custodisco che m’ha nutricato.
Dà di mano alla frasca d’alloro.

Strofe
Su via, del bellissimo lauro
or ora fiorito rampollo,
che il suolo purifichi
vicino all’altare d’Apollo,
cresciuto nei sacri giardini
dove fonti prorompono roride
perenni, ed umèttano
del mirto i santissimi crini,
io con te vo’ spazzando ogni giorno
del Nume il vestibolo