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IONE 147

anche operò, perché non fosse il pargolo
fuor del tempio gittato. Or lo raccolse
e lo nutrí; né seppe mai che Febo
generato l’avea, né da che madre;
né conosce il fanciullo i genitori.
Or giovinetto egli scherzava, in giro
all’ara ed all’offerte; e poi che pubere
fu divenuto, del tesoro i Delfi
lo elessero custode, e fedelissimo
tesoriere; e qui, nei penetrali
del Dio, santa una vita ognor trascorre.
Creúsa poi, che die’ la vita al giovine,
a Xuto sposa andò, per tali eventi.
Fra quei d’Atene, e quelli che discendono
da Calcodónte, ed abitan l’Eubèa,
di guerra un flutto surto era. Il travaglio
Xuto affrontò, lo dissipò con l’armi;
e in premio ebbe le nozze di Creúsa,
egli che non d’Atene era, ma d’Èolo
figlio, di Giove nato, Achèo. Ma dopo
lunga seminagione, il letto sterile
a lui rimase, ed a Creúsa. Ed ora,
per ciò, per brama di figliuoli, vengono
d’Apollo al tempio; e il Nume obliquo, a ciò
spinse gli eventi, e non è, sembra, immemore;
poi che a Xuto, che giunge a quest’oracolo,
il proprio figlio esso darà, dicendolo
nato da lui: sicché, quando alla reggia
giunto egli sia, Creúsa lo conosca,
e le nozze del Dio restino occulte,
e ciò che deve abbia il fanciullo. E Ione
farà ch’ei sia chiamato in tutta l’Ellade,
e delle genti d’Asia capostipite.