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Un altro elemento eminentemente caratteristico dello Ione è il paesaggio.

Veramente, ad abbandonarci cosí alla prima impressione, può sembrare che anche in altri drammi greci, e non solamente euripidei, il paesaggio sia dipinto con gran larghezza. Ma se passiamo ad una minuta analisi, vediamo che tutto si riduce a pochi tratti, e siano pure felicissimi e suggestivi. Relativamente diffusa è nell'Edipo a Colono, la pittura del bosco d’Eleusi; ma è l’unico esempio; e poi è in uno stàsimo, cioè in una parte che in certo modo sta a sé.

Invece, tutta la prima parte dello Ione è consacrata alla pittura di Delfi. E la parola imperativa di Ione, ci conduce a vedere il paesaggio, a poco a poco, con abile graduazione, quasi emergente dalle tenebre della notte. Son prima le vette del Parnaso, che dalle candide nevi rifrangono i raggi del sole. Sotto quella irradiazione, vediamo giú al piano fumigar vapori dinanzi al tempio di Febo. L’invito del fanciullo ai ministri che attingano acqua, ci fa sentire la fonte vicina. E presso alla pietra del tempio, verdeggia il fresco boschetto d’allori. Sgorgano dall’anfora d’oro le onde lustrali, e sappiamo che sono della Fonte Castalia. Ed ecco, ad uno ad uno, gli uccelli che si avvicinano. La pittura di Delfi mattutina è completa.

E dopo il paesaggio, il tempio: dopo l’opera della natura, l’opera dell’uomo.

E, anche qui, prima una veduta generale, le colonne e il frontone1. E poi, particolarmente, le diverse storie rap-

  1. Φῶς καλλιβλέφαρον διδύμων προσώπων. O s’intendono, col Musgrave, i due frontoni; e obiettare col Grégoire che le ancelle non