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IONE | 127 |
Perfettamente logico. Ma il tratto, volontariamente, o involontariamente, è d’un magnifico umorismo. Da commedia. Quasi direi da farsa.
E vediamo Ione, il protagonista. Esso ha suscitato il piú vivo entusiasmo dei critici, e massime dei critici francesi, che ravvisano in lui il capostipite del Ioas dell’Athalie. Conviene riportar per intero il lusinghiero ritratto che ne traccia il Grégoire. «Ione è, senza contrasto, una delle figure piú vere, piú avvincenti, piú perfette che Euripide abbia mai dipinte. Il giovine ierodulo possiede la pietà precisa della sua professione, un’affezione tenera e gelosa pel Dio che lo nutre, l’intelligenza istintiva, la gaia attività della gioventú. Sempre in movimento, pieno d’un ugual zelo nell’adempiere i diversi doveri del suo ministerio, ci manda in estasi per la sua abilità, il senso d’opportunità, la grazia che rivela in qualsiasi contingenza. Egli sa impartir comandi ai ministri d’Apollo, ma non sdegna le umili funzioni di spazzare egli stesso e adornare il tempio. Neocoro, guardiano dei sacri tesori, e anche un po’ architetto, in breve d’ora traccia il piano d’una gran tenda di duemila piedi, che gli operai edificano e decorano sotto i suoi ordini. Giacché egli esercita le sue funzioni con autorità, impone a tutti il rispetto dei regolamenti. Sebbene cortese, ha piena coscienza della sua dignità sacra, e respinge risolutamente le goffe espansioni e la familiarità di Xuto. La sua fede, la sua castità, la sua pietà, non gl’impediscono, d’altronde, di mostrarsi, a tempo e luogo, perspicace, scettico, curioso, o anche gentilmente indiscreto».
Ora, non si nega che nel complesso la figura di Ione sia fresca e piacevole, né che alcuni dei suoi lineamenti siano visti dal Grégoire con finezza e ritratti con garbo. Ma altrettanto sicuro mi sembra che riesca piuttosto caratterizzata dai lati che il Grégoire rileva per ultimo, e di sfuggita,