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LE BACCANTI 105

come niun dei mortali: io dico tutte,
e piú di tutte me, che, abbandonate
presso i telai le spole, a maggior gesta
venni, e cacciai con le mani le belve!
E nelle braccia, come vedi, reco
questi trofei, che in cima alla tua reggia
vengano appesi. E tu, padre, gradiscili,
ed orgoglioso di mia preda, invita
a banchettar gli amici: ché beato
ti fa, beato, l’opra che compiemmo!
cadmo
O doglia immane onde rifugge il guardo!
O strage, o mani misere omicide!
Bella vittima ai Numi hai tu sgozzata,
che me, che Tebe a banchettare inviti!
Oh sciagura su te, su me sciagura,
che giusto fu, ma troppo ne distrusse
Bromio, che nacque dalla nostra casa.
agave
Com’è burbera e sempre accipigliata
l’età senile! Oh, se mio figlio tanto
valesse in caccia quanto val sua madre,
quando si lancia delle belve in traccia
fra i giovani di Tebe! Egli coi Numi
soltanto, invece, sa pugnar! Ma tu
ammoniscilo, oh padre. Or chi lo chiama,
ch’egli vegga la mia felicità?