Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) I.djvu/159

90 EURIPIDE

fígliuol terrigeno,
che Dei, che leggi, che riti abomina!
i corifea
Antistrofe
Che da non equo pensier sospinto, da iniqua furia,
contro le sacre tue feste e della tua madre, o Bromio,
si precipita
con pazza audacia, deliro, e vincere
vuol con la forza quanto è invincibile.
ii corifea
Aver modesta mente che docile
si piega ai Numi, che non soverchia gli umani limiti,
questo è tranquillo viver. Saggezza scevra da invidia
cerco, e m’allieto. Chiaro m’è ogni altro supremo cómpito:
dí e notte compier sempre sante opere:
e respingendo ciò che non lece, dar gloria ai Superi.
ii semicoro
Brandendo un ferro venga Giustizia
palese, e a mezza gola trafigga questo d’Echíone
figliuol terrigeno,
che Dèi, che leggi, che riti abomina.
tutto il coro
Epodo
Mòstrati quale toro o dragone dalla molteplice
cervice, quale