ii corifea
Antistrofe
Ben mostra ch’ebbe origine
dalla terra, e che a lui fu padre un aspide,
Pentèo! La vita diedegli
Echïóne terrigeno,
mortale uomo non già, ma mostro orribile,
selvaggio, di sangue avido,
qual Gigante dei Superi
rivale: egli che presto me, di Bromio
diletta, avrà legata in duri vincoli,
che già nella sua reggia
dei miei riti il compagno, in buio carcere
ascoso tieni. Or vedi tu, Dïòniso,
contro qual fato i tuoi seguaci lottano?
Giú dalle cime dell’Olimpo, l’aureo
tirso quassando, avvèntati,
e di questo crudel frena l’ingiuria!
Epodo
Dove col tirso i tíasi,
o Dïòniso, guidi? In Nisa, patria
di fiere, sopra i culmini
coricî, o tra gli arborei
d’Olimpo anfratti, dove con la cétera
Orfeo traeva alla melode gli alberi
e le fiere selvatiche?
O te beata, Pieria,
ch’Evio t’onora, a e te verrà coi bacchici
tripudî, in danze, conducendo il turbine
delle Baccanti, pei veloci vortici