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![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/f/fa/Tragedie_di_Euripide_%28Romagnoli%29_I-0117.png/400px-Tragedie_di_Euripide_%28Romagnoli%29_I-0117.png)
Le guardie trascinano Diòniso con le mani avvinte.
guardia
Pentèo, siam qui. La preda ti rechiamo
sulla cui traccia ne inviasti: vana
non fu l’opera nostra. E questa fiera
fu con noi mite, e a fuga il pie’ non volse;
ma le man’ porse di buon grado, senza
sbiancare in viso; ma così, vermiglio
e ridente, stie’ fermo, e c’invitò
a legarlo e condurlo; e rese facile
l’opera nostra. Ond’io, quasi confuso,
dissi: «Non per voler mio, stranïero,
ma per comando di Pentèo ti lego».
E senti ancor. Le Mènadi, che tu
catturasti, legasti, imprigionasti
dentro il carcere pubblico, or, disciolte,
lungi, fra i boschi, danzano ed invocano
il nume Bromio: ché da sé si sciolsero
i lor legami; e senza opera d’uomo,
da sé si spalancarono le porte.
Autor di molte meraviglie giunse
quest’uomo a Tebe. Al resto or tu provvedi