ché ai canti delle Mènadi
fosse compagno; e dalla Diva i Satiri
folleggianti l’ottennero, ed il numero
segnâr con esso ai balli de le ferie
triennali, onde va lieto Dïòniso!
i corifea
Epodo
Dolce tra i monti correr nel tíaso,
cinte del sacro vello di dàino,
e al suol cadere, correndo in traccia
del capro, e ucciderlo, fumante beverne
il sangue, ai monti lidî lanciandosi,
ai frigi; e Bromio
ci guida, e primo grida: Evoè!
Di latte il suolo scorre, di vino scorre, del nettare
dell’api scorre: si leva fumo di sirio olibano.
Alta squassando Bacco la rutila
vampa che sprizza dalla sua ferula,
si avventa in corsa, con la danza eccita,
con le grida eccita gli erranti, e all’ètere
scaglia i suoi riccioli
molli; ed insieme coi lieti cantici
grida cosí:
Correte, o Mènadi, correte, o Mènadi,
belle dell’oro cui reca il Tmolo,
cantate al muglio grave dei timpani
il dio Dïòniso,
dell’evio Nume dite la gloria,
tra gli evoè,
tra frigi canti, tra grida, mentre dal sacro flauto
armonïoso vibran melodi sacre che guidano