Pagina:Tragedie di Euripide.djvu/25

8 Medea

nutrice


Ohimè lassa! oh che sento?
Qual parte i figli han ne’ paterni torti?
Donde odio a lor tu porti? -
Oh figli, ohimè, com’io per voi pavento!
Fiera de’ regi è l’alma:
Poco a cedere avvezza,
Molto a imperar, mal sa por Tire in calma.
Ottima cosa accostumarsi a stato
D’egualità. Grandezza,
Non già; ma temperato
Di fortuna favor sempre di mia
Vita compagno sia.
Nome che tutti vince, è moderanza,
E a’ mortali gran prò’ l’uso n’arreca.
Di beni esorbitanza
Nulla mai giova; e a chi più n’ha, più dura,
Quando fortuna gli si volge in bieca,
Fa sentir la sventura.

coro · nutrice




coro


Udii le grida, udii dell’infelice
Donna di Coleo i lai.
Non s’acqueta ella ancora alla sua sorte?
Parla, o fida nutrice;
Ch’io la intesi alti guai
Tragger là dentro dalle doppie porte.
Casa amica m’e questa,
E non godo al dolore ond’è funesta.