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72 | ESCHILO |
come l’argento prezïoso, e sempre
si rinnovella. Ha la tua casa, o re,
975dovizie assai, mercè dei Numi: ignora
la tua casa penuria. Oh!, molti drappi
avrei promesso calpestar, se tanto,
a riscattare la tua vita, imposto
m’avesse, quando il modo io ne cercavo,
980nei delubri fatidici l’oracolo.
Ché, quando viva è la radice, stendesi
sulla casa il fogliame, e contro Sirio
canicolare l’ombra oppone. E tu,
giunto al tuo focolar, sembri tepore
985nel gelo dell’inverno e quando Giove
nell’uve acerbe il vin matura, già
alita per la casa una frescura,
se il signor vi s’aggira.
Agamennone è entrato
Oh Giove, Giove,
990che i voti compî, esaudisci il mio:
a cuor ti stia quel che tu sei per compiere!
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