Strofe V 190Or, poi ch’ei fu del Fato al giogo avvinto,
il cuor suo tramutarono impuri aliti
empî, che ad ogni ardir l’ebbero spinto.
Poi che Follia, che turpi mal’ consiglia,
prima d’affanni miseranda origine, 195rende gli uomini audaci. Ed ei la figlia
sgozzare osò, per confortar la lotta
per una donna impresa, e perché l’esito
fausto avesse la flotta.
Antistrofe V
Gli appelli al padre, e le preghiere, nulla 200mossero i prenci, né l’età virginea.
Ordine il padre die’ che la fanciulla
su l’altare i ministri, a mo’ di capra,
dopo la prece, arditamente levino,
prona, nei pepli avvinti. E a che non s’apra 205la bocca bella, e l’improperio scagli
contro i suoi Lari, con la muta furia
la frenin dei bavagli.
Strofe VI
Al suolo essa le crocee
vesti gittò: dal guardo 210su ciascuno di quei che l’immolavano
vibrò, di pianto evocatore, un dardo,
bella come dipinta immagine, ansia
di parlar: ché sovente, d’Agamènnone
nei virili concilii,