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LE EUMENIDI | 257 |
terra, impunita la sozzura resta!
Spirerò la mia furia, la mia collera.
Ahimè, ahimè, sciagura,
quale tortura
penetra il fianco mio!
O Madre notte, il mio furore ascolta.
Gli onori a me dovuti, antica Diva,
invincibile frode or me ne priva.
ATENA
Le furie tue sopporterò: ché annosa
piú sei di me: piú accorta anche tu sei:
ma senno acuto Giove anche a me diede.
Se ad altre terre, ad altre genti andrete,
brama vi pungerà, ve lo predíco,
di questo suol: ché ai cittadini miei
maggior gloria addurranno i dí venturi.
E tu, vivendo in onorata sede,
d’Erettèo presso la dimora, offerte
avrai da turbe d’uomini e di femmine,
quali niun'altra gente a te farebbe.
E su la terra mia tu non gittare
i sanguinei pungigli, onde si struggono
i cuori giovanili in una furia
d’ebbrezza senza vino; e non accendere
come galli pugnaci i cittadini,
non annidarvi la guerra civile,
la promiscua strage. E non s’appressi,
resti la guerra oltre le porte, ed ivi
terribile di gloria amore avvampi.
Eschilo, II - 17 |