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LE EUMENIDI | 249 |
anche i venturi dí, questo consesso
darà sentenza, qui dove le Amazzoni12
posero campo e tende, allorché l’odio
contro Teseo le spinse a guerra, ed esse,
di fronte alla città, questa munirono
di torri eccelsa rocca, ed immolarono
vittime ad Are: onde la rupe ancora
d’Arëopàgo ha nome. Esso il rispetto
ed il timore ai cittadini in cuore
indurrà, che non mai, né dí, né notte,
vïolino giustizia, e che le leggi,
d’Atene i cittadini mai non mutino:
ché, se di fango e umor fradici, l’onda
limpida inquini, ber piú non la puoi.
Vita consiglio ai cittadini miei
né senza freno, né servil: né lungi
dalla città si scacci ogni timore:
qual uom giusto sarà, se nulla teme?
Voi temetelo dunque e rispettatelo:
esso schermo dell’Attica sarà,
e salute d’Atene; e alcun degli uomini
il simile non ha, né fra gli Sciti,
né di Pelope il suol: tale consesso,
venerando severo incorruttibile
della terra d’Atene propugnacolo,
vigile su chi dorme, io stabilisco.
Questo ammonisco ai cittadini miei
che sia per l’avvenire. Adesso alzatevi,
prendete i voti, ed ossequenti al giuro,
equa sentenza pronunciate. Ho detto.