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LE COEFORE 189


la figlia vergine di Zeus lo sfiorò.
Quella che gli uomini, volgendo a buon segno
1020gli auspici, chiaman Giustizia, il suo sdegno
sovra i nemici, a sterminio spirò.
Alti si levino gioiosi gridi:
fine hanno i triboli di questa terra,
fine han gli sperperi degli omicidi:
1025fortuna i tramiti suoi piú non serra.

Strofe II
Ciò che l’ambiguo signor del Parnasso
già profetava dal concavo sasso
rupestre, compiesi: l’ultimo danno
colpí la femmina che ordia l’inganno.
1030Non è volere del Dio che si presti
aiuto agli empi: e dovere è degli uomini
chinar la fronte al voler dei Celesti.
   La luce sfolgora, frangesi il morso,
che la casa gravò.
1035Risorgi, o reggia! Il tempo ch’ài trascorso
piombata al suolo, già troppo durò.

Antistrofe
E presto il tempo, ove termine ha tutto,
da queste soglie rimuove ogni lutto.
L’ara domestica già d’ogni sozzura
1040purgano i riti: va lunge sventura.
Vedere, udire su fulgido trono