Antistrofe II
Il figliuolo anch’ei di Maia
giunger deve al mio soccorso: 865ei, se vuol, su l’altrui corso
sa spirar prospero vento.
Spesso ei svela eventi incogniti;
poi, col suon d’oscuro accento,
stende, pur se il sole brilla, 870buio e notte a la pupilla.
E tu da la gran fauce
de l’eccelsa caverna
vaticinante, accordami
che ancor prospera io scerna 875la casa del mio duce,
e lui stesso, dal buio
ch’or lo fascia, con liberi
sguardi brillare in luce.
Strofe III
E allora, un canto unanime 880di femminili gemiti,
che la magion purifichi,
che spiri lieti auspici,
intoneremo. Il bene
vedrai sopra Argo accrescersi 885e su me: dagli amici
lungi staran le pene.
E tu, venuta l’ora,
del padre invoca l’anima;