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166 | ESCHILO |
Strofe III
Ma nei misfatti ha Lemno il pregio primo2:
660ne suona alto l’obbrobrio;
e ben simile a quello il nostro estimo.
Prive d’onor, disfatte
vanno le umane schiatte,
per le colpe che i Numi anche aborriscono:
665nessuno onora ciò ch’odian gli Dei.
Qual non colsi dal ver, dei detti miei?
Antistrofe III
Se questi rammentai travagli amari,
come dunque dimentico
il connubio esecrato ai nostri cari,
670e la donnesca frode
contro l’uomo che prode
era nell’arme, e fregio era al suo popolo?
Or come onoro il focolare spento?
Come mi curvo a femminil talento?
Strofe IV
675Immerge al reo nel petto
del ferro suo la punta aspra Giustizia:
a mortal non concede
che deluda il rispetto
dovuto al re dei Superi,
680né su vi calchi iniquamente il piede.