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130 ESCHILO

Anastrofe I

35Ché ben chiaro un fatidico
Nume dei sogni, irte le chiome, furia
spirante nel sopore,
piombò sovressi i talami
de le femmine; e un ululo
40per il notturno orrore
si levò quindi. E dissero gl’interpreti
dei sogni, al cui veridico
labbro gli Dei fan pegno,
che i morti da le tènebre
45contro chi li trafisse ardon di sdegno.

Strofe II
A offerir non grato dono, che lontano tenga il danno,
che lenisca il nuovo affanno,
qui mi manda un’empia femmina.
Terra madre, ah!, ch’io pavento,
50profferendo tale accento!
   Quale riscatto esser può mai del sangue
piombato al suolo? Ahi!, lagrime
di questi lari! Ah!, crollano
già queste case! Tènebre
55or queste mura avvolgono,
poiché il Signore è morto,
tenebre infeste! Il Sol più non è sorto!