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AGAMENNONE | 9 |
E, con intuizione davvero meravigliosa, Eschilo ha innestati questi due rami affini, della ferocia e della lussuria, in un tronco dove infatti sogliono attecchire: nella immaginazione fantastica.
Clitennestra è una immaginativa per eccellenza. Il suo linguaggio la dimostra tale, súbito, recisamente, anche in mezzo al linguaggio dionisiaco, e quindi immaginoso, di tutti gli altri personaggi. Questi fioriscono le loro parole di immagini. Ma Clitennestra ne rovescia torrenti, valanghe. E qui non occorre citare, basta leggere, a caso, qualsiasi dei suoi discorsi.
Tutti questi elementi, alcuni dei quali sembrano a prima vista eterogenei e discordi, sono poi radicati su un solido fondo, come fusti molteplici sopra un unico ceppo. E questo è la volontà inflessibile, indomabile.
Da gran tempo, come ella cinicamente dice al coro, ha pensato e tramato questa insidia: dal sacrificio d’Ifigenia, dunque da dieci anni. Da quando, rettifichiamo noi, divenne l’amante di Egisto. E da allora in poi, giorno per giorno, ora per ora, meditò il delitto. Giunge il marito; ed essa non esita un istante, ma freddamente, sicuramente, lo compie. Essa, e non Egisto.
I vecchi cittadini d’Argo la rampognano, ma il suo cuore non trema un solo istante.
- Mi mettete alla prova come femmina
- sciocca! Io con cuore che non trema, parlo
- a chi m’intende.
Infine gli Argivi si ribellano, scoppia la sommossa, e tutta la città piomba su Egisto e i suoi seguaci. Ma riap-