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AGAMENNONE 114

della voce d’Orfeo; quegli traeva
1735con la dolcezza del suo canto ogni uomo:
tu che m’inciti coi latrati stolti,
sarai nei ceppi trascinato; e sotto
l’altrui potere, sembrerai men fiero.

CORIFEO

Come sarai signore d’Argo tu,
1740che tramata l’insidia, non osasti
neppure di tua man compier l'eccidio?

EGISTO

Tramar l’inganno, compito di femmina
era di certo: ero io da lungo tempo
inimico sospetto. Ora, padrone
1745dei beni di costui, sui cittadini
tenterò comandare. E chi men docile
sarà, lo aggraverò di duro giogo,
non lo terrò puledro di volata,
satollo d’orzo. Fame, della tenebra
1750aspra compagna, l'ammorbidirà.

CORIFEO

Perché non ti bastò l’animo tristo
a ucciderlo? Una donna lo sgozzò,
lordura d’Argo e dei paterni Numi.
Ah! Ma la luce vede ancora Oreste!
1755Con la prospera sorte giunga, abbatta
ogni ostacolo, e tutti e due vi scanni!