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CANTO D’INGRESSO


Guidate dal vecchio padre Dànao, entrano le Danaidi, in vesti egizie, reggendo ciascuna nella sinistra un ramoscello d’ulivo avvolto di bianche lane — il segno dei supplici — e percorrono l’orchestra, sopra un lentissimo ritmo di marcia, cantando il brano seguente.
coro
Protettore dei supplici, Giove,
volgi l’occhio benevolo a questa
nostra schiera, che giunge per mare
dalle foci e le sabbie del Nilo.
La divina contrada finitima
della Siria fuggiamo; né bando
contro noi per delitto di sangue
decretava la nostra città.
Ma spontanee fuggiamo da sposi
consanguinei, schiviam l’abominio
d’empie nozze coi figli d’Egitto.
     Consiglier della fuga fu Dànao