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PROMETEO LEGATO 233

segreto contrasto della coscienza umana. Cosí si spiega il fascino profondo che esercita ed eserciterà sempre in tutti gli spiriti.

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Trascurato e quasi eliminato ogni elemento drammatico, ad Eschilo rimanevano due risorse.

Innanzi tutto, la pittura della vita e dell’incivilimento primevo. Pittura che, o accenni da poche linee d’Orazio, o si svolga nel ricco quadro di Lucrezio, o sfolgori dall’apocalittico abbozzo di Vico, ha sempre virtú di commuovere profondamente gli animi, spingendoli a contemplare e quasi rivivere quell’antico periodo della loro esistenza.

E, senza esitazione, si può dire che la rievocazione di Eschilo, anche nel solo Prometeo legato, rimane la piú ricca e mirabile che sia balenata a genio umano.

La seconda risorsa consisteva nello sfondo che naturalmente si offriva alla rappresentazione teatrale del Prometeo.

Una delle principali note del genio di Eschilo, era, l’abbiamo visto, il sentimento cosmico: o, meglio, il sentimento delle origini cosmiche. Eschilo non si sentiva contemporaneo degli uomini che gli vivevano attorno, e che pure, nell’arte e nella vita, compievano prodigi; e neppure degli antichi eroi che prodigi piú mirabili avevano compiuto, ma pure erano vissuti uomini fra uomini, in un mondo nel quale gli Dei scendevano solo di rado. Eschilo si sentiva uomo d’un mondo anche piú remoto, assai piú grandioso e terribile, e del quale rimanevano ancora sulla terra visibili tracce. Atlante, agli estremi confini d’Occidente, reggeva ancora il cielo sugli omeri possenti. In Sicilia, sotto