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xxiv | prefazione |
che fiaccò di tali uomini
l'immane possa? Un Dio certo gli regge
i passi, perché legge
ai vïolenti ponga: ché difficile
a chi ognor si cimenta, è da sventura
serbar sé stesso incolume. E il lungo tempo ogni evento matura.
egeo
Dice che due mortali l’accompagnano
soli; e la spada giύ dai fulgenti omeri
pende, e due giavellotti ha ne la mano
lucidi, e sui crin’ fiammei
un vago elmo spartano;
e il sen gli stringe una purpurea tunica,
e una tessala clamide
villosa, e roggia da la sua pupilla
lemnia vampa scintilla;
che adolescente è appena, e d’Ares l’orrido
gioco, e la guerra, e il bronzeo lo appaga
fragore de la mischia,
e cerca Atene, che del bello è vaga.
Cosí l’unità originaria del Coro era franta. C’era dialogo: la lirica era divenuta dramma. A dire il vero, al nostro sentimento repugna pensare la parte di un solo personaggio (qui, per esempio Egèo), affidata ad un coro. Ma si pensi che anche nei primi tentativi moderni di combinazione della musica coi dramma, domande e risposte erano cantate, come nei madrigali, da cori a 5