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PRIMO CANTO INTORNO ALL’ARA



Continuano le evoluzioni danzate, ma con carattere piú calmo.



Strofe I.
Dei della patria, qui tutti volgetevi,
e questa schiera mirate di vergini,
che del servaggio da voi schermo implorano.
Un flutto d’uomini, d’elmi che ondeggiano
di Marte ai soffî, precipita e mugghia.
Deh!, Giove signore, che l’esito
concedi, fa’ tu che nei vincoli
non piombi d’infesto dominio!
Gli uomini argivi s’aggirano ai valli
di Tebe attorno. Dall’armi sanguinëe
spira terror: dalle fauci a’ cavalli
i freni strage stridono.
E sette duci, nell’armi cospicui,
disposti come li elesse la sorte,
crollan le lancie di Tebe alle porte.