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62 | ESCHILO |
te rimandâro. O padre, e non benevoli
su chi protervo infuria
china i tuoi giusti cigli;
ma noi prostrate al soglio tuo proteggi,
possente Re che l’universo reggi.
Antistrofe III
Poi che la maschia egizia
schiatta, per tracotanza insopportabile,
sull'orme mie si lancia,
che in folle fuga erro con alti gemiti,
e a forza tenta cogliermi.
Ma tu della bilancia
governi il giogo. E che possiamo noi
nati alla morte, quando tu non vuoi?