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atto quinto. — sc. ii, iii. 429

Margher.                               Non paventar. Di rabbia
Ferve la turba contro me, che ardisco
Pusillanime dirla e innanzi a Dio
Mallevadrice d’assassinio tanto!
A nobil pazienza avvezzi troppo
Oggi sono i Britanni. Alcuno un brando
Non alzerebbe ad impedir la morte
D’un innocente cittadin, che tutta
A magnanimo oprar volse la vita!
D’un cittadin che alla sua patria amata
Tanto lustro aggiungea! d’un cittadino
Che favorito fu d’un re, e parola
Adulatrice non drizzògli mai!
1° Cittad. Dritto favelli. Chi mortal sì degno
Nega salvar, non è Britanno!
2° Cittad.                                                        Viva
Tommaso Moro!
Molti                               Viva! Egli è innocente!
3° Cittad. Miseri noi! Che fia? Contro la plebe
Or si scaglian le guardie. Almen la figlia
Di Moro dal periglio or si sottragga!1
Margher.2All’armi! all’armi! il padre mio salvate!


SCENA III.

Alcune guardie prorompono ed il popolo si acquieta; CROMWELL.


Cromwell.Donde movean le ribellanti grida?
Molti.                                         Grazia vogliam dal re.
Cromwell.Tacete, audaci. E quando mai si vide
Tanto lamento per un empio?
1° Cittad.                                                        Un empio
Tommaso Moro?
2° Cittad.                               Un innocente è Moro.
Cromwell.Buoni Britanni, della patria amici,

  1. Egli ed un altro conducono via Margherita.
  2. Partendo.