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atto secondo. — sc. VI. 403

Riponendo lo sguardo, ah no! abborrirlo
Più non potrà! — Magnanima! in eterno
Memor sarò del beneficio tuo.
Anna.Venni io medesma, ch’ansia troppo io m’era
Di consigliarti ponderato senno.
Guai se in questa udïenza il re tu offendi!
Saria l’estrema!
Margher.                         A noi soccorra il Cielo!
Anna.Qual pur d’Arrigo opinïone od opra
Ti sembrasse dannevole, a biasimarla
Non affrettarti, o Moro. Il tempo darti
Potrà maggior vittoria. Io molto spero
Da tua virtù, dall’amistà che Arrigo
Ancor nutre per te. Sento, che dono
Alto a lui fo, alla patria mia, se ottengo
Che i degni vostri spirti ricongiunti
Al comun ben s’accordino una volta.
Moro.Dio tue speranze benedica!
Anna.                                                  Andiamo.




ATTO TERZO.

Reggia.


SCENA I.

ARRIGO.


Rivederlo degg’io? — Questo colloquio
Riamo e pavento. Duo diversi spirti
Oggi invadermi sembrano: un, gridando
Che ad ogni costo io l’amistà racquisti
Di quel degno mortal; ch’io sovra tutti
Gli emoli suoi maligni oggi il rialzi:
L’altro, biasmando con ischerno questa