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34 francesca da rimini

Del suo perdono esser vogl’io.
Guido.                                             Ti calma.
Perdonato egli t’ha; perdonar Paolo
Pur mi promise.
Francesca.                                   Oh gioja! Ma, deh, in questo
Sacro momento, non nomar, ten prego,
Colui che appieno obbliar deggio.... e il bramo!
Già meno forte egli nel cor mi parla;
Già mi riparla la virtù perduta,
E il pentimento e la memoria sola
Dello sposo fedel che tu mi desti,
E ch’io non seppi amar. — Parlargli chieggo
Anco una volta. Deh, non adirarti!
Questa grazia m’ottieni. I miei rimorsi
Per la passata ingratitudin tutti
Mostrar gli vo', prostrarmi a’ piedi suoi;
Di non sprezzarmi scongiurarlo. Vanne;
Digli che s'io non lo riveggio, ahi, parmi
Del perdono del ciel chiusa ogni speme.
Guido.A forza il vuoi? Qui il condurrò.


SCENA II.

FRANCESCA.


Francesca.                                                        — Per sempre
Dunque ti lascio, o Rimini diletta.
Addio, città fatale! Addio, voi mura
Infelici, ma care! Amata culla
Di.... quei prenci.... Che dico? — Eterno Iddio,
Per questa casa ultima preco io t’offro;
Bench’io sia rea, non chiuder, no, l’orecchio.
Nulla chieggo per me; per que’ fratelli
Prego: tua destra onnipossente posi
Sul capo lor.... Chi veggio?