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atto quinto.—sc. ultima. 323

Fra duo doveri il sommo scerre è forza!
Salvare il giusto in guisa altra non posso!
Odimi, Auberto; odimi, Arrigo, e voi
Tutti che di Dertona al novo sire
Negate obbedïenza....
Auberto e i suoi.                                        Obbedïenza
Alle leggi! alla chiesa! all’onor nostro!
Leoniero.Ascoltatemi, o prodi. Ingiusto spregio
V’inspira il duol di Leoniero. Ei tratto
Dall’amor suo per la patria e per voi....
Poichè oprar sacrificio alto è qui d’uopo...
A scongiurarvi d’imitarlo venne....
Nella virtù!1
Auberto.                    Qual colpo!
Enzo.                                        Io moro!
Eloisa.                                                            Ah padre!
Fratello!
Il Conte.               Oh tradimento! il parricida
Muoja!
Leoniero.2               Salva è Dertona! uscite, o prodi!
Uscite, o prodi! Il popol tutto al grido
Vostro armerassi!
Guerrieri già seguaci d'Enzo.                                        Dertonesi siamo!
Leonier si difenda! si difenda!3
Arrigo.4A terra giace il condottier nemico!
Già le sue schiere fuggono.5
Grido universale de' Dertonesi.                                                       Vittoria!
Auberto.Oh figlio mio! tu qui? te riabbraccio?
Dov’è il tuo salvator? dov’è l’eroe?
Dove sei, Leoniero?
Leoniero. (Ferito s’avanza sorretto da Eloisa e da un guerriero.)
Eloisa.                                        Oh amici! il padre
Ecco!

  1. Uccide Enzo con un pugnale.
  2. Impadronitosi della spada d'Enzo si difende.
  3. Escono dal castello Auberto e tutti i suoi: Arrigo viene sciolto. Si combatte.
  4. Investe il Conte, e dopo breve pugna, lo trafigge.
  5. La battaglia prosegue. Gli svevi sono sconfitti.