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atto quarto. — sc. ii, iii. 27

Essa l’odiava! ah, menzognera! lo puro
A quell’odio credei. La lontananza
Di lui ragione di sue lagrime era.
A rieder forse in Rimini Francesca
Secretamente l’invitò. — Ti frena, *
0 pensier mio; feroce mi consigli ’.
La man di porre, ahi! su quest’elsa.... io tremo 1


SCENA III.

GUIDO, LANCIOTTO.


Lanciotto.Fuggirmi forse è di tua figlia intento?
Senza ch’io ’l sappia spera ella fuggirmi?
E tu a sue brame....
Guido.                                   È necessario!
Lanciotto.                                                            Ah, rea
Dunque è tua figlia!
Guido.                                              No; tremendo fato
Noi tutti danna a interminabil pianto!
Lanciotto.Rea non la chiami, e d’esecrando foco
Arde?
Guido.           Ma forte duol ne sente, e implora
Di fuggir da colui. — Ripigliò appena
I sensi, e pieno io di vergogna e d’ira
Dagli occhi tuoi la trassi; ed obblïando
Quasi d’esserle padre, a piè d’un santo
Simulacro prostratola, snudai
Sul suo capo l'acciaro, ahi, minacciando
Di trucidarla e in un di maledirla,
Se il ver taceva. Fra singhiozzi orrendi
Favellò l’infelice.
Lanciotto.                                    E che ti disse?
Guido.M’affoga il pianto. Ella è mia figlia.... — Porse
La sua gola all’acciaro, e lagrimosi
Figgeva gli occhi negli asciutti miei. —
Sei tu colpevol? (le gridai) rispondi,
Sei tu colpevol?... Pronunciar parola
Non poteva ella dall’angoscia.... A forza