Pagina:Tragedie (Pellico).djvu/276



LEONIERO DA DERTONA.




ATTO PRIMO.

Piazza in Dertona. — I fabbricati sono nuovi. Rimangono alcune rovine.




SCENA I.

LEONIERO.


Son io nella mia patria? — Un pur non veggio
Degli edifizi di Dertona antica.
Tutti li strusser la ferocia e il foco
Degli stranieri. — Oh gioia! oh dolorosa
Gioia! in quelle macerie una reliquia
Ecco di te, prisca città. Ch’io baci
Queste pietre che albergo erano a’ prodi
De’ tempi miei, de’ tempi degli eroi!1
Ire di sangue dividean que’ forti,
Ahi, troppo spesso! Ma se ferri estranei
La comun patria minacciavan, l’ire
Cittadine tacean, sin che Dertona
Della vittoria il cantico intonasse.
Ed ora... Obbrobrio! E sarà ver? Curvarsi
Anzi color che la struggean? coll’empio
Svevo allearsi? E il figlio mio.... La fama
Non mentirebbe? Egli il fellon?


SCENA II.

GUIDELLO e detto.


Guidello.                                                  Signore,
Da mie case te vidi io questi novi
Edifizi ammirar, sì che straniero

  1. S’inginocchia, bacia le rovine, e si rialza.