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atto quarto. — sc. viii, ix. 257


Di trucidar te, il traditor tuo sposo,
E il figlio vostro fui tentata. E s’io
Al tormentoso demone che m’arde
Non resistea, fallito avrian miei colpi?
Ariberto.Oh mostro!
Gismonda.                         Maledicimi! che importa
Poichè m’hai fatta misera? Che importa,
Purch’io da’ tuoi nemici or ti sottragga?
Gratitudin da te forse io sperava?
Nulla ti chieggo, nulla al mondo io chieggo.
E nulla chieggo a Dio.... fuorch’ei ti salvi,
E che pietoso a questi affanni, a questo
Odio di me mi tolga, a questo amore
Disperato dell’uom.... che non è mio!
Il Conte.Gismonda! Oh ciel! Possibil fora?
Alcune voci.                                                                    All’armi!
Il Conte, Ariberto, Gabriella.
Quai voci?


SCENA IX.


RICCIARDO E DETTI.


Ricciardo.                         Già irrompean! già il sotterraneo
Dagli assalenti è invaso!
Il Conte, Ariberto.                                                  All’armi! All’armi!


ATTO QUINTO.


SCENA I.


IL CONTE E RICCIARDO.


Il Conte.Oh funesta vecchiezza! Oh me dolente
Che l’egro braccio nella zuffa il core
Più non seconda! Disarmato io fui.
Datemi un altro ferro, un altro ferro!