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l’impeto — è un suo diritto e un dovere insieme — di scrupolosamente esaminare e controllare i particolari accennati o sottintesi, prima d’acconciarsi a reputar vera la notizia inverosimile.

Purtroppo, tanti di quelli che furon testimoni degli ultimi giorni del Manzoni, oramai han la bocca chiusa per sempre. Lo stesso Andrea Verga, l’alienista illustre che avrebbe confidata al Barbiera la sua convinzione, dorme da quindici anni l’inesorabile sonno; e anche Tullo Massarani, che al colloquio sarebbe stato presente, lo ha seguìto sotterra da cinque anni; e qualche mese dopo ve li raggiunse don Gino Visconti Venosta, che fu dei più assidui e graditi frequentatori della casa Manzoni dopo il 1860. Don Gino ebbe poi molta dimestichezza col Barbiera; e io non posso non rammaricarmi di non potere ora più provocare una conversazione tra il brillante narratore e il gentile e amatissimo valentuomo rimpianto, intorno all’aneddoto manzoniano, così tardivamente rifrugato nei ripostigli della memoria. Tuttavia qualche testimone sopravvive, e attendibilissimo. Prima, «la decana fra le nipoti del nonno Manzoni», come la chiama la signora Matilde Schiff Giorgini nelle sue recenti e interessantissime Memorie su Vittoria o Matilde Manzoni: voglio dire la signora Enrichetta Garavaglia, figliuola della Cristina Manzoni Baroggi, nel cui nome fu rinnovata la soave ricordanza della soavissima ispiratrice dell’Adelchi. E poi, la signora Margherita Bassi, figliuola della Sofia Manzoni Trotti; e poi, donna Vittoria Brambilla, la nobilissima e fida custode delle memorie manzoniane, in quella solitaria villa di Brusuglio così ancor piena di Lui, e le due sue sorelle, la Sandra e la Giulia Costantini, figlie di don Pietro, il primogenito. E vive ancora, in vegeta vecchiaia, il domestico devoto per cui don Alessandro è stato però sempre un grand’uomo, Clemente Vismara, ora cameriere nel collegio Calchi Taeggi1.

Io dunque mi son fatto premura d’interrogare, o di fare

  1. Ma ora sono scomparse anch’esse la Sandra e la Giulia Manzoni, e il fido cameriere Clemente.