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484 | illustrazioni e discussioni, vi |
buona signora celasse nella sua modestia una madama di Sévigné, nè il ritratto a matita dello Zùccoli, esso pure riprodotto nell’opuscolo del collega De Marchi, permette d’intravedere nelle linee del suo volto,
Qual raggio di sole tra nuvoli folti,
«quella bellezza molle a un tempo e maestosa», che don Alessandro aveva vista brillare nel sangue lombardo. Ma insomma, Galeotto Tommaso Grossi (egli non si guardò da questo suo amico carissimo, e Iddio non lo guardò!), a lui piacque «avec tout ce» che essa aveva «de pauvre au phisique et au moral»; e nessuno avrebbe dovuto trovarci a ridire. Difatto, la madre di lei, Marianna Borri Meda, trovò solamente da applaudire; e il giorno dopo, rispose alla figliuola, in quel goffo quanto presuntuoso francese domestico che usava allora nella buona società milanese:
La haute estime que j’ai depuis long temp pour Manzoni, me fait trésaillir de joie en pensant que ma chère Thérèse va devenir son épouse et Stefani son fils. — Je prie Dieu qu’il bénisse cette belle union, et que je puisse avoir la consolation de te voir heureuse et contente, ce qui ne peut pas manquer d’arriver avec un tel époux.
E si capisce. Più curioso può parere che non trovasse se non da lodare e approvare quella mala lingua del Tommaseo; per lo meno in quel primo momento. Rispondendo al Cantù, che gli aveva riferiti Dio sa quali commenti che si bisbigliavano in Milano (com’eran pettegoli quei letterati d’allora!), egli scrive da Parigi l’11 gennaio 1837:
Del secreto da voi confidatomi, grazie; ma non ne incolpate me se altri ne parla già. Intesone la prima volta come di romore non certo, io feci lo gnorri. Data che la mi fu come nuova, non potei più a lungo dissimulare; tanto più che mi dicono la cosa fatta, e quanto a’ particolari la sanno più lunga di me. Tutto brache di donne. Io per me ne lo lodo; e sua madre ne sarà, senza dubbio, contenta; e la famiglia n’avrà nuova vita, e scossa forse l’ingegno di lui. Qui la dicono non eredente, e galante già. Ditene di grazia il vero.
Non credente e galante? Non pare possibile! Comunque, il figlio ebbe poi ragione di dolersi vivacemente col Cantù, che nelle malispirate sue Reminiscenze si fece propalatore, senza giustificazioni nè chiose, di questo brano di lettera