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manzoni e napoleone iii 471

delle quali Dino Mantovani pubblicò alcuni brani nella Stampa-Gazzetta Piemontese del 16 febbraio 1905. Ebbene, nei diciotto grandi fogli di quel manoscritto non si vedono quasi mai nominate espressamente lo varie potenze, i varii prìncipi, i varii ministri. Era stato suo metodo in ogni tempo il sostituire talvolta alla pura enunciazione di certe persone e di certe cose quella di qualche loro carattere essenziale, per presentarlo sotto l’aspetto più interessante, e quindi dar più sostanza ai suoi periodi, e abbreviare, se non il loro svolgimento materiale, almeno il tempo necessario al lettore per capire più addentro il suo pensiero. E invero, quando in questi stessi frammenti inediti, per indicare la rivoluzione di Vienna del 1848 la chiama «rivoluzione nella capitale della potenza straniera regnante in una non piccola parte d’Italia»; quando, invece di nominare Carlo Alberto, parla del «capo dell’illustre ramo di Carignano, succeduto nel regno subalpino»; quando, citato questa volta il Petrarca per nome, a proposito della canzone all’Italia, evita di nominare Dante, contentandosi di dire «un più antico e maggior poeta», egli aggiunge elementi che i soli nomi non indicherebbero, e quindi è più efficace e in certo senso più breve.

Ma con l’andare degli anni cadde nell’esagerazione di un tal metodo: a forza di circonlocuzioni i periodi diventarono faticosi; e il suo desiderio di determinare sempre meglio il proprio pensiero, rischiò di produrre nel lettore la stessa stanchezza della troppa indeterminazione. L’odio per «quell’infamità del nome e cognome» parve che, dopo Renzo, si fosse attaccato a lui, in un modo quasi morboso; tanto che al fine del manoscritto, quando le forze non gli ressero più, e tutto dimostrò la finale decadenza della mano e della mente, il tentativo di adoprare finalmente un nome proprio, cioè quello dell’Agodino, non gli riuscì. Egli lo ha storpiato.

Dopo ciò, perchè attribuire a riserve politiche il fatto, che nella lettera da Lei citata il Manzoni abbia dissimulato il nome di Napoleone III e della Francia sotto la parola «straniero»? Oramai egli scriveva sempre così.