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MANZONI E NAPOLEONE III



In una delle ultime sedute del Consiglio comunale di Milano1, l’ottimo, e allora allora riacclamato sindaco, senatore Ettore Ponti, lesse una nobile lettera di Luca Beltrami. Vi si diceva:

Animato dal desiderio di concorrere a degnamente commemorare la prossima ricorrenza del cinquantesimo anniversario della liberaziono di Milano dallo straniero, che è fra le più remote e care reminiscenze della mia infanzia, intendo assegnare la somma di lire seimila come premio all’autore della pubblicazione, che, per quella ricorrenza, avrà, colla maggiore esattezza storica, e in forma preferibilmente popolare, narrata la preparazione e lo svolgimento della guerra per l’indipendenza nazionale, che Vittorio Emanuele II bandì da Torino nel 1859, assicurando, col generoso e non mai abbastanza riconosciuto aiuto di Napoleone III e della nazione alleata, i nuovi destini di Milano, all’indomani della memorabile battaglia di Magenta.

E dopo d’aver espresso i suoi desiderii circa la formazione della Commissione esaminatrice, il Beltrami concludeva:

Nel caso che, per qualsiasi eventualità, non avesse ad effettuarsi l’assegnazione del premio, l’ammontare del medesimo rimarrà vincolato a quella destinazione che in altra forma concorra ad attestare il debito di riconoscenza verso Napoleone III e la nazione francese; debito in me ravvivato dal persistente ricordo di quella manifestazione cittadina, che or sono trentacinque anni univa in comune proposito le persone alle quali più reverente s’inspira il mio affetto per questa terra natia: mio padre, e Alessandro Manzoni.

Una tale proposta mirava certamente, per il momento in cui era fatta, anche a sollecitare la Giunta perchè riportasse in Consiglio la vecchia, ma sempre fervida, que-

  1. Questo saggio fu prima pubblicato nella Nuova Antologia del 1º gennaio 1909.