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vide fatto segno, lo confortò e sospinse e sorresse all’ultimo e più audace ed epico cimento. Il Farini, governatore dell’Emilia, e il Ricàsoli, governatore della Toscana, avevano dato prova d’ignorare i patti stipulati a Villafranca. Essi erano di buona scuola: «autonomi automi», secondo la frase arguta di Ricàsoli. Invece di rassegnare lo loro dimissioni, avevano convocati i comizi perchè costituissero le Assemblee, a cui era devoluto esprimere le intenzioni dei popoli della Toscana e dell’Emilia. Le Assemblee furono concordi: decisero l’annessione al Piemonte, con Vittorio Emanuele re costituzionale. E le loro Deputazioni vennero a Torino, per presentare quel voto al Re. Ma non al Re solo; bensì anche al conte di Cavour, che, nuovo e maggior Cincinnato, s’era ritratto nei suoi possedimenti di Leri, per attendervi, diceva, all’agricoltura!
Quale riflesso avrebbero avuto in Europa questi nuovi avvenimenti italiani? 11 Ministero Lamarmora-Rattazzi esitava, e Cavour lo rovesciò con un colpo di mano. 11 16 gennaio 1860 i ministri presentarono al Re le loro dimissioni; e poche ore dopo, Cavour riceveva l’incarico di formare il nuovo Gabinetto. Che fu subito costituito in modo che i soli nomi ne esprimessero il programma: accanto ai piemontesi Cassinis e Vegezzi, il marchigiano Mamiani, l’emiliano Fanti, il lombardo Jacini. 11 20 Cavour scriveva al D’Azeglio: «Non ti parlo della politica che seguiremo. Conosci il nostro sistema: conservatori liberali all’interno; italianissimi, sino agli estremi limiti della possibilità, all’estero». E gli annunziava il proposito di mandarlo governatore a Milano.
Donde gli giungevano continue le prove di devozione, che volevano altresì essere di consentimento e d’incitamento. Il conte Luigi Barbiano di Belgioioso, podestà, gli partecipava la deliberazione della Congregazione municipale d’intitolare dall’alto suo nome la piazza, ove ora no sorgo il monumento. Ed il Cavour, commosso, rispondeva il 22 gennaio:
Milano, ricca di tanto gloriose memorie, da tutta Italia lodata pel nobile contegno serbato durante la dominazione straniera, onorando il mio nome in così splendida forma, ha voluto rendere omaggio al