Pagina:Tragedie, inni sacri e odi.djvu/412

382 poesie non accolte dall’autore

     Dov’è spento il pudor; dove sagace
     Usura è fatto il beneficio, e brutta
     Lussuria amor; dove sol reo si stima
     Chi non compie il delitto; ove il delitto
     130Turpe non è, se fortunato; dove
     Sempre in alto i ribaldi, e i buoni in fondo.
     Dura è pel giusto solitario, il credi,
     Dura, e pur troppo disegual, la guerra
     Contra i perversi affratellati e molti.
     135Tu, cui non piacque su la via più trita
     La folla urtar che dietro al piacer corre
     E a l’onor vano e al lucro; e de le sale
     Al gracchiar voto, e del censito volgo
     Al petulante cinquettio, d’amici
     140Ceto preponi intemerati e pochi,
     E la pacata compagnia di quelli
     Che, spenti, al mondo anco son pregio e norma,
     Segui tua strada; e dal viril proposto
     Non ti partir, se sai. Questa, risposi,
     145Qualsia favilla, che mia mente alluma,
     Custodii, com’io valgo, e tenni viva
     Finor. Nè ti dirò com’io, nodrito
     In sozzo ovil di mercenario armento,
     Gli aridi bronchi fastidendo e il pasto
     150De l’insipida stoppia, il viso torsi
     Da la fetente mangiatoia; e franco
     M’addussi al sorso de l’Ascrea fontana.
     Come talor, discepolo di tale,
     Cui mi saria vergogna esser maestro,
     155Mi volsi ai prischi sommi; e ne fui preso
     Di tanto amor, che mi parea vederli
     Veracemente, e ragionar con loro.
     Nè l’orecchio tuo santo io vo’ del nome
     Macchiar de’ vili, che oziosi sempre,
     160Fuor che in mal far, contra il mio nome armaro
     L’operosa calunnia. A le lor grida
     Silenzio opposi, e a l’odio lor disprezzo.
     Qual merti l’ira mia fra lor non veggio;