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notizie storiche 11

alcuni annalisti, il sinodo, in Ginevra; e la guerra vi fu decisa. 1 S’avviò quindi con l’esercito alle Chiuse d’Italia. Erano queste una linea di mura, di bastite e di torri, verso lo sbocco di Val di Susa, al luogo che serba ancora il nome di Chiusa. Desiderio le aveva ristaurate e accresciute;2 e accorse col suo esercito a difenderle. I Franchi di Carlo vi trovarono molto maggior resistenza, che quelli di Pipino.3 Il monaco della Novalesa, citato or ora, racconta che Adelchi, robusto, come valoroso, e avvezzo a portare in battaglia una mazza di ferro, gli appostava dalle Chiuse, e piombando loro addosso all’improvviso, co’ suoi, percoteva a destra e a sinistra, e ne faceva gran macello.4 Carlo, disperando di superare le Chiuse, nè sospettando che ci fosse altra strada per isboccare in Italia, aveva già stabilito di ritornarsene,5 quando arrivò al campo de’ Franchi un diacono, chiamato Martino, spedito da Leone, arcivescovo di Ravenna; e insegnò a Carlo un passo per scendere in Italia. Questo Martino fu poi uno de’ successori di Leone su quella sede.6

Mandò Carlo per luoghi scoscesi una parte scelta dell’esercito, la quale riuscì alle spalle de’ Longobardi, e gli assalì: questi, sorpresi dalla parte dove non avevano pensato a guardarsi, e essendoci tra loro de’ traditori, si dispersero. Carlo entrò allora col resto de’ suoi nelle Chiuse abbandonate.7 Desiderio, con parte di quelli che gli eran rimasti fedeli, corse a chiudersi in Pavia; Adelchi in Verona, dove condusse Gerberga co’ figliuoli.8 Molti degli altri Longobardi sbandati ritornarono alle loro città: di queste alcune s’arresero a Carlo, altre si chiusero e si misero in difesa. Tra quest’ultime fu Brescia, di cui era duca il nipote di Desiderio, Poto, che, con inflessione leggiera, e conforme alle variazioni usate nello scrivere i nomi germanici, è in questa tragedia nominato Baudo. Questo, con Answaldo suo fratello, vescovo della stessa città, si mise alla testa di molti nobili, e resistette a Ismondo conte, mandato da Carlo a soggiogare quella città. Più tardi, il popolo, atterrito dalle crudeltà che Ismondo esercitava contro i resistenti che gli venivano nelle mani, costrinse i due fratelli ad arrendersi.9

  1. V. gli annalisti citati sopra, e Eginh., Annal. ad an. 773.
  2. Anast., p. 184. — Chron. Novaliciense, 1. 3, c. 9; R. It., t. II, part. II, p. 717. Il monaco, anonimo autore di questa cronaca, visse, secondo le congetture del Muratori, verso la metà del secolo XI.
  3. Firmis qui (Desiderius) fabricis praecludens limina regni, Arcebat Francos aditu. - Ex Frodoardo, de Pontif. Rom.; R. Fr., t. V, p. 463. Frodoardo, canonico di Rheims, visse nel X secolo.
  4. Erat enim Desiderio filius nomine Algisus, a juventute sua fortis viribus. Hic baculum ferreum equitando solitus erat ferre tempore hostili... Cum autem hic juvenis dies el noctes observaret, et Francos quiescere cerneret, subito super ipsos irruens, percutiebat cum suis a dextris et a sinistris, et maxima caede eos prosternebat. Chron. Nov., 1. 3, c. 10.
  5. .....Claustrisque repulsi, In sua praecipitem meditantur regna regressum. Una moram reditus tantum nox forte ferebat. Frodoard., ib. — Dum vellent Franci alio die ad propria reverti. Anast., p. 184.
  6. Hic (Leo) primus Francis Italiae iter ostendit per Martinum diaconum suum, qui post eum quartus Ecclesiae regimen tenuit, et ab eo Karolus rex invitatus Italiam venit. AGNEL., Raven. Pontif.; R. It., t. II, p. 177. Scrisse Agnello nella prima metà del secolo IX, e conobbe Martino, di cui descrive l’alta statura e le forme atletiche. Ibid., D. 182.
  7. Misit autem (Karolus) per difficilem ascensum montis legionem ex probatissimis pugnatoribus, qui, trascenso monte, Langobardos cum Desiderio rege eorum... in fugam converterunt. Karolus vero rex, cum exercitu suo, per apertas Clusas intravit. Chron. Moissiac.; Rer. Fr., t. V, p. 69. Questa cronaca d’incerto autore termina all’anno 818.
  8. Anast., 184.
  9. Ridolfi Notarii Histor., apud Biemmi, Istoria di Brescia, t. II. (Del secolo XI).