Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
alla sua donna | 373 |
Se pien d’alto disdegno e in me securo
Alteramente io parlo e penso e scrivo
Oltre l’etate e il vil tempo in ch’io vivo,
4E piacer sozzo e vano onor non curo;
Opra è tua, Donna, e del celeste e puro
Foco che nel mio petto accese il vivo
Lume de gli occhi tuoi, che mi fa schivo
8Di quanto parmi, al tuo paraggio, impuro.
Piacerti io voglio, nè piacer ti posso,
Fin ch’io non sia, negli atti e pensier miei,
11Mondo così ch’io ti somigli in parte.
Così per la via alpestra io mi son mosso:
Nè, volendo ritrarmene, il potrei;
14Perchè non posso intralasciar d’amarte.
- 1802
Capel bruno, alta fronte, occhio loquace,
Naso non grande e non soverchio umile,
Tonda la gota e di color vivace,
4Stretto labbro e vermiglio, e bocca esile;
Lingua or spedita, or tarda, e non mai vile,
Che il ver favella apertamente, o tace;