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il primo getto 341

1Cercando col cupido sguardo,
     Tra il vel della nebbia terrena,
     Quel sol che in sua limpida piena
     V’avvolge or beati2 lassù;

Il secol vi sdegna, e superbo
     Domanda qual merto agli altari
     V’addusse; che giovin gli avari
     Tesor di solinghe virtù3.

A Lui che nell’orba del campo
     La spiga vitale ripose,
     Il fil di tue vesti compose,
     Del farmaco i succhi temprò;

Che il pino inflessibile agli austri,
     Che docile il salcio alla mano,
     Che il larice ai verni4, e l’ontano
     Durevole all’acque creò;

A Quello domanda, o sdegnoso,
     Perchè sull’inospite piagge,
     All’alito5 d’aure selvagge,
     Fa sorgere il tremulo6 fior,

Che spiega dinanzi a Lui solo
     La pompa del candido velo,
     Che spande ai deserti del cielo
     Gli olezzi del calice, e muor.

E voi che gran tempo per ciechi
     Sentier di lusinghe funeste


  1. Nelle, trascrizioni di donna Teresa, qui in principio è messo un titolo parziale: Contemplatori o Contemplativi, che conviene alle prime sei strofeite. Alle cinque seguenti sarebbe forse stato da premettere: Penitenti; alle ultime tre: A Maria.
  2. Rapiti or v’inonda - contenti
  3. Il mondo con riso superbo Domanda con alto despitto - con riso severo - V’aggiunse; — Immoti in un solo pensiero, Il mondo ai migliori severo, Domanda che feste quaggiù; - Il mondo sogguarda - Domanda che giovi
  4. Il De Marchi stampa: vermi.
  5. Al tremito
  6. il tacito