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336 | inni sacri |
E la polvere terrena
Ci dia forza a disprezzar.
Fa che sempre io mi ricordi
Il colpevol viver mio,
Onde alfin, placato e pio,
Lo dimentichi il Signor;
Onde possa, ancor che indegno,
Rimirarlo senza velo,
E udir gli angioli del Cielo
Il tuo nome risuonar.
FRAMMENTO DELL’INNO «L’OGNISSANTI».
La signora Louise Colet — un singolare tipo di poligrafa e di giornalista errante costei, sulla quale è ora da vedere il vol., forse eccessivamente schernevole, di J. De Mestral Combremont, La belle madame Colet, une déesse des Romantiques, Paris, 1913 (cfr. anche P. Croci, Le peripezie di una Musa, nel «Corriere della Sera», 19 febbr. 1910; e nello stesso giornale, 8 genn. 1912, V. Cian, A. Manzoni intervistato; e nella «Perseveranza», 15 e 23 agosto 1913, R. Calzini, La commedia d’una poetessa romantica) — , essendo venuta a Milano sulla fine del 1859, presentò al Manzoni una copia del suo opuscoletto Le poëme de la femme: I.er récit; la paysanne (Paris, Perrotin, 1853, pp. 32). Vi scrisse sul frontispizio: «Hommage de respect et d’admiration a monsieur Alexandre Manzoni. Louise Colet». Il poeta,rivedendola nel gennaio successivo, le disse: «Voi sentite profondamente la natura. Ho trovato nel vostro poema della donna, e particolarmente nella Paysanne, dei passi che mo l’hanno fatto capire. C’è in quel poemetto un paragone, tra le anime le cui virtù rimangono nascoste, e certi paesaggi montani le cui bellezze son dischiuse soltanto allo sguardo di Dio, che mi ha specialmente colpito; perchè io pure ho fatto un avvicinamento dello stesso genere, in una poesia che non ho poi pubblicata»,
I versi della signora Colet, cui il Manzoni alludeva, son questi (p. 16):
«Pour le désert la nature a des fêtes,
Des lieux choisis que l’homme n’a point vus,
Sur les hauts monts des floraisons secrètes,
De gais sentiers, des lacs, des bois touffus.
Fraîcheur des eaux, aménité des mousses,
Senteurs montant de la terre au ciel bleu,
Combien ainsi vous devez être douces,
Vous déveilant, vierges, à l’oeil de Dieu!