- Qual se, tornando al tepido
- Nido con l’esca usata,
- Cadde percossa tortora
- Per l’aria insanguinata;
- E all’improvviso strepito
- Udì fermarsi il volo;
- Trema l’imbelle stuolo
- Dei non pennuti ancor....
|
- Siccome augei che pavidi,
- Chiusi nell’alte fronde,
- L’alata madre chiamano,
- Che al grido non risponde
- . . . . . . . . .
- . . . . . . . . .
- . . . . . . . . .
- . . . . . . . . .
|
Con questo cuor [Mesto così] degli undici
Il vedovo drappello
Giva in quei giorni a chiudersi
Nell’ignorato [Nel solitario] ostello.
Qual era il tuo principio,
Sposa immortal di Dio!
Timor, silenzio, obblio,
E inoperoso duol.
|
La magnifica strofa: Come la luce rapida... è costata molto lavoro. Da prima il Manzoni scrisse:
Felici turbe, in Solima
Nel sacro dì venute,
Che in sermon vario udirono
Il Buon della salute;
E al gran principio attonite,
Pensar che in ogni lido
Risonerebbe il grido
Che da quel loco uscì.
|
Poi, cercò d’esprimere l’effetto della discesa dello Spirito sui popoli
con una similitudine, che ritentata lasciò da ultimo a mezza strada:
- Tale il pastor d’Elvezia,
- Col gregge errando in volta,
- Ad or ad or lo strepito
- D’acque sorgenti ascolta....
|
- Tal nell’alpestre Elvezia
- Talor s’arresta il vago
- Pastor, là dove il Rodano
- Esce dal freddo lago....
|