- Che l'universo poi
- Empiè di sua virtù;
- Senza di cui l’amabile
- Legge di Dio che valo?
- Al duro cor mortale
- La legge è servitù.
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- Ivi diffuse in prima
- Le piene sue virtù;
- Senza di cui l’amabile
- Legge di Dio che vale?
- Al duro cor mortale
- La legge è servitù.
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Seguivano poi tre altre strofe, qua o là variate ma non rifatte.
Esse dicono:
4. È face alta su l’onda
Che scogli e sirti illumina,
Che fa veder la sponda
Ma che non può salvar.
Invan da lunge il naufrago
Il suo periglio ha scorto,
Invan, ch’ei piomba absorto
Nel conosciuto mar.
5. Ma questa eterna in Dio
Pietosa Aura ineffabile,
Di cui giammai desio
Indarno un cor non ha;
Questa d’Adamo al misero
Germe il cammino addita,
E alla promessa vita
Gioja e vigor gli dà.
6. O del peccato ancella
E della colpa immemore
Terra, al Signor rubella,
Chi ti cangiò così?
Donde su tanta tenebre
Sì viva luce uscìa?
E su che fronti in pria
Dovea levarsi il dì?
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