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prefazione
ix



Gessopalena

Chieti Teramo
Puoche (pochi) Puche Puche
Muore (tu muori) Mure Mure
’N gjìele (in cielo) ’N géle ’N gile
Pjìede (i piedi) Pide Pite
Pjìenże (tu pensi) Pinże Pinże
Vàire (vero) Vére Váre
Cannáile (candela) Cannéle Cannále
Tenáime (noi teniamo) Tenéme Tenáme
N.B. Nel terzo esempio è però dubbio che l’a del teramano stia pel nostro ai, per la tendenza di quella parlata a mutare l’e in a: Asse, Quaste, Qualle, Dandre, Putare, Permasse, Frangiase: Esso, Questo, Quello, Dentro ec.

Nella terza, è notevole la conservazione de’ nessi latini pl, fl, generalmente mutati nell’italiano comune in pi, fi. Essa poi raccoglie nel versante adriatico le particolarità vocali delle zone adjacenti, che perde man mano nell’altro versante, per divenire via via un subdialetto romano.

Del suono delle toniche ne’ diversi Comuni da’ quali ho tratto le Novelle, fo qualche accenno ne’ rispettivi luoghi, solo per rimarcare le più speciali proprietà idiomatiche. Però, a non farla continuamente da turcimanno, per più minute informazioni, rimando i lettori non abruzzesi a ciò che intorno alla nostra fonetica ho esposto nel Vocabolario (pagg. i - 29).

Dirò infine di aver notato de’ riscontri tra le nostre