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prefazione v

dire, si sparpaglia nella realtà del mondo esteriore; il quale assai più vago, misterioso e

vasto
Al fanciullin che non al savio appare.

Il Canto invece è manifestazione di vita più matura e interiore: parola di quanto c’è di più intimo nella vita del sentimento.

Il nostro popolo crede a quello che racconta? — Se gli si domanda, risponde: Eh, si racconta! E ciò dice con una cert’aria tra scettica e dispettosa, che vuol significare: Saranno panzane; ma che male ci è a correre un po’ il mondo incantevole de’ fantasmi? La vita ordinaria non è povera abbastanza perchè sia lecito darsi il lusso, di quando in quando, specie in solenni occasioni, e tra liete brigate, di una imbandigione di cui la fantasia fa a larga mano le spese? Non si è forse già sognato e cantato di un antico secolo d’oro? — E in queste epopee embrionali, che sono le Novelle, il nostro popolo si compiace. Le tradizioni poetiche di ogni forma, quali che siano le correnti che ce l’abbiano portate, non potevano trovar chiuso l’animo dell’abitatore di una contrada non lontana dalla terre che udì il vagito delle muse italiche. Nè sembra che per la vitalità di siffatto genere di componimento ci sia da temer molto, o quanto meno prossimamente dagli effetti della istruzione obbligatoria. (Lo Engel partecipa, in ciò, i timori del Monnier. Ved. Magazin für die Liter. des Auslandes, 1880, pag. 475). Già, fanciulli avidi di sentire, e nonne e nutrici non meno avide di raccontare