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prefazione | iii |
informazioni, ed a far quattro chiacchiere con coloro ai quali piace trattenersi alle porte.
Le novelle popolari abruzzesi, giá promesse1, di cui comincio la pubblicazione, sono state, meno alcune, che indico al proprio luogo, da me trascritte dalla viva voce di donne per lo più campagnuole ed analfabete; che, alla lor volta, l’avevano dalle loro mamme o dalle nonne.
Ne’ diversi Comuni, esse, con lievi differenze, sono chiamate Cunde, Fatte, Stòrije, Fávele, Favulétte, sia che si tratti di Fiabe, sia che di Novelle o di Racconti. Per questo, a non tener ragione della sinonimia volgare inesatta, abbraccio le diverse forme di racconto col nome univoco di Novelle.
La Raccolta sarebbe stata assai più ristretta se gl’illustri R. KOEHLER e G. PITRÈ — a’ quali con reverente animo dedico il lavoro — non mi avessero consigliato a farla copiosa abbastanza da poter servire agli studi di mitologia comparata, non meno che a quello delle varie parlate comprese nel giro del dialetto abruzzese.
In questa prima Parte, tanto per formare un nucleo, e per agevolare le ulteriori ricerche, il materiale tradizionale è preponderante. Nella seconda invece, sarà abbracciato il maggior numero delle principali forme dialettali.
Da’ documenti che produco vedranno i mitografi se nella nostra Regione la fantasia popolare abbia elaborato
- ↑ Vocab. dell’uso abruzzese, pag. 265.