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[Particolarità dialettali.]63. Caratteristica comune a molti dialetti la perdita dell’u iniziale così al masch. come al femminile, e vicende simili a quelle di il, lo. Vals.: n’òmo un uomo, ’n stivale uno stivale, n’âcqua un’acqua, na ánara un’anitra; abr. ’nu pède un piede; per ecc. ’n (che diventa m) in ’m bo’ un poco.

§ 3. — Preposizioni articolate.


[Formazione e uso.]64. Quando; ne’ complementi indiretti, le preposizioni semplici di, a, da, in, con, per, su, tra s’incontrano con l’articolo premesso al nome, si fondono con esso e dànno luogo così alle cosiddette preposizioni articolate. Non si dirà, pertanto, di il maestro, di lo spettacolo, ma del maestro, lo spettacolo.

Le preposizioni articolate ottenute con le prime quattro sono tutte normalmente usate; a molte delle altre si preferiscono le forme sciolte. Nessuno forse direbbe: combatter colla tedesca rabbia, gironzolar pelle strade. Al contrario, si preferirà col ferro e col fuoco, con le mani e co’ denti; tra le battaglie.

[In poesia e ne’ dialetti: con l’indet.]65. In poesia, come in molti dialetti, s’incontrano le forme sciolte: a l’altare; sic. di lu figghiu.

Ma i dialetti offrono innumerevoli particolarità. Se ne accennerà qualcuna, per saggio.

In questi due versi del Di Giacomo:

E d’ ’e feneste pe li betriate
trase ’o sole e p’ ’a chiesia se spanne

trovate d’ ’e delle, pe li per le, p’ ’a per la.

Nel ven. tela o ta nella; nell’umbr. niola, nila; nell’abr: che lu, nghe lu, che le, nghe le, col collo, coi con gli, con le. Nel friul., mentre il masch. coincide coll’it. del, al ecc., il femm. si fonde: de della.