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[Il turbamento di á dal Piemonte, l’Emilia e le Romagne continua, attraverso l’aretino nell’Umbria, e, per le Marche e l’Abruzzo, giunge sino a Taranto.]38. Tra i mutamenti che subiscono le toniche, specie per effetto de’ suoni attigui, caratteristica è la sorte di á in varie regioni italiane, sebbene il fenomeno sia specialmente proprio dell’emiliano-romagnolo, dove passa normalmente a e (cioè si palatizza, v. n. 4), soprattutto quando sia libero (v. n. 25) o in contatto di consonante palatale: piem. stè stare, piè pigliare, ciamè chiamare, butè buttare, granè granaro; emil. pèder padre, brèv bravo, frè frate, guèrda guarda, èter altro, èsen asino, mèr mare, fèv voi fate, pèrt parti, strèda strada, granèr granaio. Nell’aretino-chianaiuolo, che è il «doppio ponte di passaggio dai dialetti toscani all’emiliano e all’umbro», si ha anche in mäno, päne; nell’umbr. (Città di Castello, Perugia, Gubbio) anche in pièzza piazza, Pèsqua Pasqua; nel march. anche in sènta santa, ènzi anzi, quèlca qualche; nell’abr. passènne passando, ènne anni, lassètela lasciatela. Verso la Puglia l’elemento a a volte viene, in una vasta scala di suoni, a perdersi quasi del tutto: a Bitonto pèule pala, chièune piano, chèuse casa1.
[Dittongamento di é in ei ne’ medesimi territori.]39. Quasi per tutto il territorio in cui l’á acquista il suono turbato di e, l’é si dittonga in èi, e non raramente in ái e ói: piem. savèi sapere, pudèisso potessero, beivènd bevendo, ma cadena catena; gen. avèiva aveva, mèitoe metà, ricèive ricevere, ma chena catena; emil. tèila tela, cadeina catena (cioè anche davanti a n). Non si rinviene tale ei in romagnolo; ma si ritrova negli Abruzzi mutato in ai (come poi a Bari) o in oi (come poi nel Molise).
[Dittonghi mobili iè, uò.]40. Osservabile è pure la sorte dei dittonghi mobili (v. n. 16) in sillaba aperta, che nel fiorentino si vanno sempre più diradando. Essi si ritrovano nel veneziano, dove però iè si avverte in più larga scala, mentre uò è facoltativo o manca addirittura: miel miele, cuor cuore, fuora e fora fuori; nòvo nuovo, mòvere muo-